Vos estis lux mundi (en vigueur à partir du 30/04/2023)
de François
Date de publication : 25/03/2023

Texte original

Cette deuxième version abroge la première version du Motu proprio Vos estis lux mundi du 7 mai 2019.





LETTERA APOSTOLICA

IN FORMA DI «MOTU PROPRIO»

DEL SOMMO PONTEFICE

FRANCESCO

VOS ESTIS LUX MUNDI

 

«Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte» (Mt 5, 14).

Nostro Signore Gesù Cristo chiama ogni fedele ad essere esempio luminoso di virtù, integrità e santità. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a dare testimonianza concreta della fede in Cristo nella nostra vita e, in particolare, nel nostro rapporto con il prossimo.

I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa. Questo diventa possibile solo con la grazia dello Spirito Santo effuso nei cuori, perché sempre dobbiamo ricordare le parole di Gesù: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5). Anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro.

Questa responsabilità ricade, anzitutto, sui successori degli Apostoli, preposti da Dio alla guida pastorale del Suo Popolo, ed esige da loro l’impegno nel seguire da vicino le tracce del Divino Maestro. In ragione del loro ministero, infatti, essi reggono «le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo, col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità, ricordandosi che chi è più grande si deve fare come il più piccolo, e chi è il capo, come chi serve» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 27).

Quanto in maniera più stringente riguarda i successori degli Apostoli, concerne tutti coloro che in diversi modi assumono ministeri nella Chiesa, professano i consigli evangelici o sono chiamati a servire il Popolo cristiano. Pertanto, è bene che siano adottate a livello universale procedure volte a prevenire e contrastare questi crimini che tradiscono la fiducia dei fedeli.

A tal fine il 7 maggio 2019 ho promulgato una lettera apostolica in forma di Motu Proprio contenente norme ad experimentum per un triennio.

Ora, trascorso il tempo stabilito,

considerate le osservazioni pervenute dalle Conferenze Episcopali e dai Dicasteri della Curia Romana, valutata l’esperienza di questi anni, per favorire una migliore applicazione di quanto stabilito,

fermo restando quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico e dal Codice dei Canoni delle Chiese Orientali in materia penale e processuale, 

dispongo: 

 

TITOLO I

 

Art. 1 – Ambito di applicazione

§ 1. Le presenti norme si applicano in caso di segnalazioni relative a chierici, a membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica e ai moderatori delle associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica concernenti:

a)

* un delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, o nel costringere qualcuno a realizzare o subire atti sessuali;

** un delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile;

*** l’immorale acquisto, conservazione, esibizione o divulgazione, in qualsiasi modo e con qualunque strumento, di immagini pornografiche di minori o di persone che abitualmente hanno un uso imperfetto della ragione;

**** il reclutamento o l’induzione di un minore o di persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o di un adulto vulnerabile a mostrarsi pornograficamente o a partecipare ad esibizioni pornografiche reali o simulate;

b)

condotte poste in essere dai soggetti di cui all’articolo 6, consistenti in azioni od omissioni dirette a interferire o ad eludere le indagini civili o le indagini canoniche, amministrative o penali, nei confronti di uno dei soggetti i cui nel precedente § 1 in merito ai delitti di cui alla lettera a) del presente paragrafo.

§ 2. Agli effetti delle presenti norme, si intende per:

a) «minore»: ogni persona avente un’età inferiore a diciott’anni; al minore è equiparata la persona abitualmente con uso imperfetto della ragione;

b) «adulto vulnerabile»: ogni persona in stato d’infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere o comunque di resistere all’offesa;

c) «materiale di pornografia minorile»: qualsiasi rappresentazione di un minore, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di minori a scopi di libidine o di lucro. 

 

Art. 2 – Ricezione delle segnalazioni e protezione dei dati

§ 1. Tenendo conto delle indicazioni eventualmente adottate dalle rispettive Conferenze Episcopali, dai Sinodi dei Vescovi delle Chiese Patriarcali e delle Chiese Arcivescovili Maggiori, o dai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Metropolitane sui iuris, le Diocesi o le Eparchie, singolarmente o insieme, devono essere fornite di organismi o uffici facilmente accessibili al pubblico per la recezione delle segnalazioni. A tali organismi o uffici ecclesiastici vanno presentate le segnalazioni.

§ 2. Le informazioni di cui al presente articolo sono tutelate e trattate in modo da garantirne la sicurezza, l’integrità e la riservatezza ai sensi dei canoni 471, 2° CIC e 244 § 2, 2° CCEO.

§ 3. Salvo quanto stabilito dall’articolo 3 § 3, l’Ordinario che ha ricevuto la segnalazione la trasmette senza indugio all’Ordinario del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti, nonché all’Ordinario proprio della persona segnalata. Salvo diversa intesa tra i due Ordinari, è compito dell’Ordinario del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti procedere a norma del diritto secondo quanto previsto per il caso specifico.

§ 4. Agli effetti del presente titolo, alle Diocesi sono equiparate le Eparchie e all’Ordinario è equiparato il Gerarca.

 

Art. 3 – Segnalazione

§ 1. Salvo nel caso di conoscenza della notizia da parte di un chierico nell’esercizio del ministero in foro interno, ogni qualvolta un chierico o un membro di un Istituto di vita consacrata o di una Società di vita apostolica abbia notizia o fondati motivi per ritenere che sia stato commesso uno dei fatti di cui all’articolo 1, ha l’obbligo di segnalarlo tempestivamente all’Ordinario del luogo dove sarebbero accaduti i fatti o ad un altro Ordinario tra quelli di cui ai canoni 134 CIC e 984 CCEO, salvo quanto stabilito dal § 3 del presente articolo.

§ 2. Chiunque, in particolare i fedeli laici che ricoprono uffici o esercitano ministeri nella Chiesa, può presentare una segnalazione concernente uno dei fatti di cui all’articolo 1, avvalendosi delle modalità di cui all’articolo precedente o in qualsiasi altro modo adeguato.

§ 3. Quando la segnalazione riguarda una delle persone indicate all’articolo 6, essa è indirizzata all’Autorità individuata in base agli articoli 8 e 9. La segnalazione può sempre essere indirizzata al competente Dicastero, direttamente o tramite il Rappresentante Pontificio. Nel primo caso il Dicastero informa il Rappresentante Pontificio.

§ 4. La segnalazione deve contenere gli elementi più circostanziati possibili, come indicazioni di tempo e di luogo dei fatti, delle persone coinvolte o informate, nonché ogni altra circostanza che possa essere utile al fine di assicurare un’accurata valutazione dei fatti.

§ 5. Le notizie possono essere acquisite anche ex officio.

 

Art. 4 – Tutela di chi presenta la segnalazione

§ 1. L’effettuare una segnalazione a norma dell’articolo 3 non costituisce una violazione del segreto d’ufficio.

§ 2. Salvo quanto previsto al canone 1390 CIC e ai canoni 1452 e 1454 CCEO, pregiudizi, ritorsioni o discriminazioni per aver presentato una segnalazione sono proibiti e possono integrare la condotta di cui all’articolo 1 § 1, lettera b).

§ 3. A chi effettua una segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo al contenuto di essa, fermo restando quanto disposto dall’art. 5 § 2. 

 

Art. 5 – Cura delle persone

§ 1. Le Autorità ecclesiastiche si impegnano affinché coloro che affermano di essere stati offesi, insieme con le loro famiglie, siano trattati con dignità e rispetto, e offrono loro, in particolare:

a) accoglienza, ascolto e accompagnamento, anche tramite specifici servizi;

b) assistenza spirituale;

c) assistenza medica, terapeutica e psicologica, a seconda del caso specifico.

§ 2. Devono comunque essere salvaguardate la legittima tutela della buona fama e la sfera privata di tutte le persone coinvolte, nonché la riservatezza dei dati personali. Alle persone segnalate si applica la presunzione di cui all’art. 13 § 7, fermo restando quanto previsto dall’art. 20. 

 

TITOLO II

DISPOSIZIONI CONCERNENTI I VESCOVI ED EQUIPARATI 

 

Art. 6 – Ambito soggettivo di applicazione

Le norme procedurali di cui al presente titolo riguardano i delitti e le condotte di cui all’articolo 1, poste in essere da

a) Cardinali, Patriarchi, Vescovi e Legati del Romano Pontefice;

b) chierici che sono o che sono stati preposti alla guida pastorale di una Chiesa particolare o di un’entità ad essa assimilata, latina od orientale, ivi inclusi gli Ordinariati personali, per i fatti commessi durante munere;

c) chierici che sono o che sono stati preposti alla guida pastorale di una Prelatura personale, per i fatti commessi durante munere;

d) chierici che sono o sono stati alla guida di un’associazione pubblica clericale con facoltà di incardinare, per i fatti commessi durante munere;

e) coloro che sono o sono stati Moderatori supremi di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica di diritto pontificio, nonché di Monasteri sui iuris, per i fatti commessi durante munere;

f) fedeli laici che sono o sono stati Moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi durante munere

 

Art. 7 – Dicastero competente

§ 1. Ai fini del presente titolo, per «Dicastero competente» si intende il Dicastero per la Dottrina della Fede, circa i delitti ad esso riservati dalle norme vigenti, nonché, in tutti gli altri casi e per quanto di rispettiva competenza in base alla legge propria della Curia Romana:

– il Dicastero per le Chiese Orientali;

– il Dicastero per i Vescovi;

– il Dicastero per l’Evangelizzazione;

– il Dicastero per il Clero;

– il Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

– il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

§ 2. Al fine di assicurare il migliore coordinamento, il Dicastero competente informa della segnalazione e dell’esito dell’indagine la Segreteria di Stato e gli altri Dicasteri direttamente interessati.

§ 3. Le comunicazioni di cui al presente titolo tra il Metropolita e la Santa Sede avvengono tramite il Rappresentante Pontificio. 

 

Art. 8 – Procedura applicabile in caso di segnalazione riguardante un Vescovo della Chiesa Latina e altri soggetti di cui all’art. 6

§ 1. L’Autorità che riceve una segnalazione la trasmette sia al Dicastero competente sia al Metropolita della Provincia ecclesiastica in cui ha il domicilio la persona segnalata.

§ 2. Qualora la segnalazione riguardi il Metropolita, o la Sede Metropolitana sia vacante, essa è inoltrata alla Santa Sede, nonché al Vescovo suffraganeo più anziano per promozione al quale, in questo caso, si applicano le disposizioni seguenti relative al Metropolita. Ugualmente alla Santa Sede è inoltrata la segnalazione riguardante coloro che sono alla guida pastorale di circoscrizioni ecclesiastiche immediatamente soggette alla stessa Santa Sede.

§ 3. Nel caso in cui la segnalazione riguardi un Legato Pontificio, essa è trasmessa direttamente alla Segreteria di Stato.

 

Art. 9 – Procedura applicabile nei confronti di Vescovi delle Chiese Orientali e altri soggetti di cui all’art. 6

§ 1. Nel caso di segnalazione nei confronti di un Vescovo, o di un soggetto equiparato, di una Chiesa Patriarcale, Arcivescovile Maggiore o Metropolitana sui iuris, essa è inoltrata al rispettivo Patriarca, Arcivescovo Maggiore o Metropolita della Chiesa sui iuris.

§ 2. Qualora la segnalazione riguardi un Metropolita di una Chiesa Patriarcale o Arcivescovile Maggiore, che esercita il suo ufficio entro il territorio di queste Chiese, essa è inoltrata al rispettivo Patriarca o Arcivescovo Maggiore.

§ 3. Nei casi che precedono, l’Autorità che ha ricevuto la segnalazione la inoltra anche al Dicastero per le Chiese Orientali.

§ 4. Qualora la persona segnalata sia un Vescovo o un Metropolita fuori dal territorio della Chiesa Patriarcale, Arcivescovile Maggiore o Metropolitana sui iuris, la segnalazione è inoltrata al Dicastero per le Chiese Orientali che, se lo ritiene opportuno, informa il Patriarca, l’Arcivescovo Maggiore o il Metropolita sui iuris competente.

§ 5. Nel caso in cui la segnalazione riguardi un Patriarca, un Arcivescovo Maggiore, un Metropolita di una Chiesa sui iuris o un Vescovo delle altre Chiese Orientali sui iuris, essa è inoltrata al Dicastero per le Chiese Orientali.

§ 6. Le disposizioni seguenti relative al Metropolita si applicano all’Autorità ecclesiastica cui è inoltrata la segnalazione in base al presente articolo. 

 

Art. 10 – Procedura applicabile nei confronti dei Moderatori Supremi di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica

Nel caso la segnalazione riguardi coloro che sono o sono stati Moderatori Supremi di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica di diritto pontificio, nonché di monasteri sui iuris presenti in Urbe e nelle Diocesi suburbicarie, essa è inoltrata al Dicastero competente. 

 

Art. 11 – Doveri iniziali del Metropolita

§ 1. Il Metropolita che riceve la segnalazione chiede senza indugio al Dicastero competente l’incarico per avviare l’indagine.

§ 2. Il Dicastero provvede prontamente e comunque entro trenta giorni dal ricevimento della prima segnalazione da parte del Rappresentante Pontificio o della richiesta dell’incarico da parte del Metropolita, a fornire le opportune istruzioni riguardo a come procedere nel caso concreto.

§ 3. Qualora il Metropolita ritenga la segnalazione manifestamente infondata, tramite il Rappresentante Pontificio, ne informa il competente Dicastero e salvo diversa disposizione di quest’ultimo, ne dispone l’archiviazione.

 

Art. 12 – Affidamento dell’indagine a persona diversa dal Metropolita

§ 1. Qualora il Dicastero competente, sentito il Rappresentante Pontificio, ritenga opportuno affidare l’indagine ad una persona diversa dal Metropolita, questi viene informato. Il Metropolita consegna tutte le informazioni e i documenti rilevanti alla persona incaricata dal Dicastero.

§ 2. Nel caso di cui al paragrafo precedente, le disposizioni seguenti relative al Metropolita si applicano alla persona incaricata di condurre l’indagine.

 

Art. 13 – Svolgimento dell’indagine

§ 1. Il Metropolita, una volta ottenuto l’incarico dal Dicastero competente e nel rispetto delle istruzioni ricevute sul modo di procedere, personalmente o tramite una o più persone idonee:

a) raccoglie le informazioni rilevanti in merito ai fatti;

b) accede alle informazioni e ai documenti necessari ai fini dell’indagine custoditi negli archivi degli uffici ecclesiastici;

c) ottiene la collaborazione di altri Ordinari o Gerarchi, laddove necessario;

d) chiede informazioni, se lo ritiene opportuno e nel rispetto di quanto stabilito nel successivo § 7, alle persone e alle istituzioni, anche civili, che siano in grado di fornire elementi utili per l’indagine.

§ 2. Qualora si renda necessario sentire un minore o un adulto vulnerabile, il Metropolita adotta modalità adeguate, che tengano conto della loro condizione e delle leggi dello Stato.

§ 3. Nel caso in cui esistano fondati motivi per ritenere che informazioni o documenti concernenti l’indagine possano essere sottratti o distrutti, il Metropolita adotta le misure necessarie per la loro conservazione.

§ 4. Anche quando si avvale di altre persone, il Metropolita resta comunque responsabile della direzione e dello svolgimento delle indagini, nonché della puntuale esecuzione delle istruzioni di cui all’articolo 11 § 2.

§ 5. Il Metropolita è assistito da un notaio scelto liberamente a norma dei canoni 483 § 2 CIC e 253 § 2 CCEO.

§ 6. Il Metropolita è tenuto ad agire con imparzialità e privo di conflitti di interessi. Qualora egli ritenga di trovarsi in conflitto di interessi o di non essere in grado di mantenere la necessaria imparzialità per garantire l’integrità dell’indagine, è obbligato ad astenersi e a segnalare la circostanza al Dicastero competente.

Ugualmente è tenuto a rivolgersi al Dicastero competente chiunque ritenga esserci nel caso detto conflitto d’interesse.

§ 7. Alla persona indagata è sempre riconosciuta la presunzione di innocenza e la legittima tutela della sua buona fama.

§ 8. Il Metropolita, qualora richiesto dal Dicastero competente, informa la persona dell’indagine a suo carico, la sente sui fatti e la invita a presentare una memoria difensiva. In tali casi, la persona indagata può avvalersi di un procuratore.

§ 9. Periodicamente, secondo le indicazioni ricevute, il Metropolita trasmette al Dicastero competente un’informativa sullo stato delle indagini. 

 

Art. 14 – Coinvolgimento di persone qualificate

§ 1. In conformità con le eventuali direttive della Conferenza Episcopale, del Sinodo dei Vescovi o del Consiglio dei Gerarchi sul modo di coadiuvare nelle indagini il Metropolita, è molto conveniente che i Vescovi della rispettiva Provincia, singolarmente o insieme, stabiliscano elenchi di persone qualificate tra le quali il Metropolita può scegliere quelle più idonee ad assisterlo nell’indagine, secondo le necessità del caso e, in particolare, tenendo conto della cooperazione che può essere offerta dai laici ai sensi dei canoni 228 CIC e 408 CCEO.

§ 2. Il Metropolita è comunque libero di scegliere altre persone ugualmente qualificate.

§ 3. Chiunque assista il Metropolita nell’indagine è tenuto ad agire con imparzialità e privo di conflitti di interessi. Qualora egli ritenga di trovarsi in conflitto di interessi o di non essere in grado di mantenere la necessaria imparzialità per garantire l’integrità dell’indagine, è obbligato ad astenersi e a segnalare la circostanza al Metropolita.

§ 4. Le persone che assistono il Metropolita prestano giuramento di adempiere convenientemente e fedelmente l’incarico, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 13 § 7. 

 

Art. 15 – Durata dell’indagine

§ 1. Le indagini devono essere concluse entro breve tempo e comunque entro quello indicato nelle istruzioni di cui all’articolo 11 § 2.

§ 2. In presenza di giusti motivi e dopo aver trasmesso un’informativa sullo stato delle indagini, il Metropolita può chiedere la proroga del termine al Dicastero competente. 

 

Art. 16 – Misure cautelari

Qualora i fatti o le circostanze lo richiedano, il Metropolita propone al Dicastero competente l’adozione di provvedimenti o di misure cautelari appropriate nei confronti dell’indagato. Il Dicastero adotta i provvedimenti, sentito il Rappresentante pontificio. 

 

Art. 17 – Istituzione di un fondo

§ 1. Le Province ecclesiastiche, le Conferenze Episcopali, i Sinodi dei Vescovi e i Consigli dei Gerarchi possono stabilire un fondo destinato a sostenere i costi delle indagini, istituito a norma dei canoni 116 e 1303 § 1, 1° CIC e 1047 CCEO, e amministrato secondo le norme del diritto canonico.

§ 2. Su richiesta del Metropolita incaricato, i fondi necessari ai fini dell’indagine sono messi a sua disposizione dall’amministratore del fondo, salvo il dovere di presentare a quest’ultimo un rendiconto al termine dell’indagine.

 

Art. 18 – Trasmissione degli atti e del votum

§ 1. Completata l’indagine, il Metropolita trasmette l’originale degli atti al Dicastero competente insieme al proprio votum sui risultati dell’indagine e in risposta agli eventuali quesiti posti nelle istruzioni cui all’articolo 11 § 2. Copia degli atti viene conservata presso l’Archivio del Rappresentante Pontificio competente.

§ 2. Salvo istruzioni successive del Dicastero competente, le facoltà del Metropolita cessano una volta completata l’indagine.

§ 3. Nel rispetto delle istruzioni del Dicastero competente, il Metropolita, su richiesta, informa dell’esito dell’indagine la persona che afferma di essere stata offesa e, nel caso, la persona che ha fatto la segnalazione o i loro rappresentanti legali.

 

Art. 19 – Successivi provvedimenti

Il Dicastero competente, salvo che decida di disporre un’indagine suppletiva, procede a norma del diritto secondo quanto previsto per il caso specifico. 

 

Art. 20 – Osservanza delle leggi statali

Le presenti norme si applicano senza pregiudizio dei diritti e degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, particolarmente quelli riguardanti eventuali obblighi di segnalazione alle autorità civili competenti. 

Stabilisco che la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il 30 aprile 2023, e che venga poi pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis. Con la sua entrata in vigore viene abrogata la precedente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio promulgata il 7 maggio 2019.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 25 marzo dell’anno 2023, Solennità dell’Annunciazione del Signore, undicesimo del Pontificato.

FRANCESCO

 

Texte Français

Traduction inédite privée supervisée par M. l'abbé Christian Paponaud, 

chargé d'enseignement à la Faculté de droit canonique de l'Institut Catholique de Paris.


LETTRE APOSTOLIQUE

EN FORME DE « MOTU PROPRIO »

DU SOUVERAIN PONTIFE

FRANÇOIS

VOS ESTIS LUX MUNDI

 

« Vous êtes la lumière du monde. Une ville située sur une montagne ne peut être cachée » (Mt 5, 14).

Notre Seigneur Jésus Christ appelle chaque fidèle à être un exemple lumineux de vertu, d’intégrité et de sainteté. Nous sommes tous, en effet, appelés à donner un témoignage concret de la foi au Christ dans notre vie et, en particulier, dans notre relation avec le prochain.

Les crimes d’abus sexuel offensent Notre Seigneur, causent des dommages physiques, psychologiques et spirituels aux victimes et lèsent la communauté des fidèles. Afin que ces phénomènes, sous toutes leurs formes, ne se reproduisent plus, il faut une conversion continue et profonde des cœurs, attestée par des actions concrètes et efficaces qui impliquent chacun dans l’Église, de telle sorte que la sainteté personnelle et l’engagement moral puissent contribuer à promouvoir la pleine crédibilité de l’annonce évangélique et l’efficacité de la mission de l’Église. Cela ne devient possible qu'avec la grâce de l’Esprit Saint répandu dans les cœurs, parce que nous devons toujours nous rappeler des paroles de Jésus : « En dehors de moi vous ne pouvez rien faire » (Jn 15, 5). Même si beaucoup a déjà été fait, nous devons continuer à apprendre des amères leçons du passé, pour regarder avec espérance vers le futur.

Cette responsabilité retombe, avant tout, sur les successeurs des Apôtres, préposés par Dieu à la conduite pastorale de son Peuple, et exige leur engagement à suivre de près les traces du Divin Maître. En raison de leur ministère, en effet, ils dirigent « les Églises particulières qui leur sont confiées, comme vicaires et légats du Christ, par le conseil, l’encouragement, l’exemple, mais aussi par l’autorité et par le pouvoir sacré, dont ils ne peuvent se servir cependant que pour faire grandir leur troupeau dans la vérité et la sainteté, se souvenant que celui qui est le plus grand doit se faire le plus petit, et celui qui commande, le serviteur » (Conc. Œcum. Vat. II, Const. Lumen gentium n. 27).

Tout ce qui regarde de manière plus pressante les successeurs des Apôtres, concerne aussi tous ceux qui, de diverses manières, assument des ministères dans l’Église, professent les conseils évangéliques ou sont appelés à servir le Peuple chrétien. Par conséquent, il est bien que soient adoptées au niveau universel des procédures visant à prévenir et à contrer ces crimes qui trahissent la confiance des fidèles.

Dans ce but, le 7 mai 2019, j’ai promulgué une lettre apostolique en forme de Motu Proprio contenant des normes ad experimentum pour 3 ans.

Maintenant, le délai prévu étant écoulé,

ayant considéré les observations reçues des Conférences épiscopales et des Dicastères de la Curie romaine, ayant évalué l'expérience de ces années, pour favoriser une meilleure application de ce qui a été établi,

restant sauf ce qui est prévu par le Code de Droit Canonique et du Code des Canons des Églises Orientales en matière pénale et processuelle,

je dispose :

TITRE I

 

Art. 1 – Domaine d’application

§1. Les présentes normes s’appliquent en cas de signalements relatifs aux clercs ou aux membres d’Instituts de vie consacrée ou de Sociétés de vie apostolique et aux modérateurs des associations internationales de fidèles reconnues ou érigées par le Siège Apostolique concernant :

a)

*les délits contre le sixième commandement du Décalogue commis avec violence ou menace ou par abus d’autorité, ou en contraignant quelqu’un à réaliser ou subir des actes sexuels ;

**les délits contre le sixième commandement du Décalogue commis avec un mineur ou avec une personne ayant habituellement un usage imparfait de la raison ou avec un adulte vulnérable ;

*** l’acquisition immorale, la conservation, l’exhibition ou divulgation, de quelque manière ou par quelque moyen que ce soit, d’images pornographiques de mineurs ou de personnes ayant habituellement un usage imparfait de la raison ;

**** le recrutement ou incitation d'un mineur ou d’une personne ayant habituellement un usage imparfait de la raison ou d’un adulte vulnérable à s’exposer de manière pornographique ou à participer à des exhibitions pornographiques réelles ou simulées ;

b) les comportements mis en œuvre par les sujets dont il s’agit à l’article 6 consistant en des actions ou omissions directes visant à interférer ou éluder des enquêtes civiles ou des enquêtes canoniques, administratives ou pénales, faites à l’encontre d’un des sujets dont il s’agit au § 1 pour des délits visés à la lettre a) du présent paragraphe.

§2. Pour les présentes normes, on entend par :

a) « mineur » : toute personne âgée de moins de dix-huit ans ; au mineur est équiparée la personne ayant habituellement un usage imparfait de la raison ;

b) « adulte vulnérable » : toute personne se trouvant dans un état d’infirmité, de déficience physique ou psychique, ou de privation de liberté personnelle qui, de fait, même occasionnellement, limite sa capacité de compréhension ou de volonté, ou en tout cas de résistance à l’offense ;

c) « matériel de pornographie de mineur » : toute représentation d’un mineur, indépendamment du moyen utilisé, impliqué dans une activité sexuelle explicite, réelle ou simulée, et toute représentation d’organes sexuels de mineurs à des fins libidineuse ou de profit.

 

Art. 2 – Réception des signalements et protection des données

§ 1. Tenant compte des indications éventuellement adoptées par les Conférences épiscopales, par les Synodes des Évêques des Églises Patriarcales et des Églises Archiépiscopales Majeures ou par les Conseils des Hiérarques des Églises Métropolitaines de droit propre respectifs, les Diocèses ou les Éparchies, individuellement ou ensemble, doivent être munis d’organismes ou de bureaux facilement accessibles au public pour la réception des signalements. C’est à ces organismes ou bureaux ecclésiastiques que seront présentés les signalements.

§2. Les informations visées au présent article sont protégées et traitées de façon à en garantir la sécurité, l’intégrité et la confidentialité au sens des canons 471, 2° CIC et 244 § 2, 2° CCEO.

§3. Restant sauves les dispositions de l’article 3 §3, l’Ordinaire qui a reçu le signalement le transmet sans délai à l’Ordinaire du lieu où se seraient produits les faits, ainsi qu’à l’Ordinaire propre de la personne signalée. Restant sauves les diverses ententes entre les deux Ordinaires, il revient à l’Ordinaire du lieu où se seraient produits les faits de mener la procédure selon la norme du droit prévue pour le cas spécifique.

§4. Pour le présent titre, les Éparchies sont équiparées aux Diocèses, et le Hiérarque est équiparé à l’Ordinaire.

 

Art. 3 – Signalement

§ 1. Restant sauf le cas de connaissance d’une information par un clerc dans l’exercice du ministère au for interne, chaque fois qu’un clerc ou qu’un membre d’un Institut de vie consacrée ou d’une Société de vie apostolique a une information ou des raisons motivées pour penser qu’a été commis l’un des faits visé à l’article 1, il a l’obligation de le signaler rapidement à l’Ordinaire du lieu où se seraient produits les faits, ou à un autre Ordinaire parmi ceux dont il est question aux canons 134 CIC et 984 CCEO, étant sauf ce qui est établi au § 3 du présent article.

§2. Toute personne, en particulier les fidèles laïcs qui occupent des offices ou exercent des ministères dans l'Église, peut présenter un signalement concernant un des faits visés à l’article 1, en utilisant les modalités prévues à l’article précédent, ou par n’importe quelle autre manière appropriée.

§3. Quand le signalement concerne l’une des personnes indiquées à l’article 6, il est adressé à l’Autorité déterminée selon les articles 8 et 9. Le signalement peut toujours être adressé au Dicastère compétent, directement ou par l’intermédiaire du Représentant pontifical. Dans le premier cas, le Dicastère informe le Représentant pontifical.

§4. Le signalement doit contenir des éléments les plus circonstanciés possible, comme les indications de temps et de lieu des faits, de personnes impliquées ou informées, ainsi que toute autre circonstance pouvant être utile pour assurer une évaluation précise des faits.

§5. Les informations peuvent aussi être acquises ex officio.

 

Art. 4 – Protection de celui qui présente le signalement

§1. Effectuer un signalement selon l’article 3 ne constitue pas une violation du secret d’office.

§2. Restant sauf ce qui est prévu canon 1390 CIC et aux canons 1452 et 1454 CCEO, les préjudices, rétorsions ou discriminations pour avoir présenté un signalement sont interdits et peuvent constituer des comportements dont il s’agit à l’article 1 §1, lettre b).

§3. À celui qui effectue un signalement, à la personne qui affirme avoir été offensée et aux témoins ne peut être imposée aucune obligation de silence sur le contenu de celui-ci, restant sauf la disposition de l’art. 5 § 2.

 

Art. 5 – Soin des personnes

§1. Les Autorités ecclésiastiques s’engagent afin que ceux qui affirment avoir été offensés, ainsi que leurs familles, soient traités avec dignité et respect, et leur offrent, en particulier :

a) un accueil, une écoute et un accompagnement, y compris à travers des services spécifiques ;

b) une assistance spirituelle ;

c) une assistance médicale, thérapeutique et psychologique, en fonction du cas spécifique.

§2. En tout cas, doivent être sauvegardées la légitime protection de la bonne réputation et la sphère privée de toutes les personnes concernées, ainsi que la confidentialité des données personnelles. Aux personnes signalées s’applique la présomption dont il s’agit à l’art. 13 § 7, restant ferme ce qui est prévu par l’art. 20.

 

TITRE II

DISPOSITIONS CONCERNANT LES ÉVÊQUES ET ÉQUIPARÉS

 

Art. 6- Domaine subjectif d’application

Les normes procédurales du présent titre regardent les délits et les conduites visés à l’article 1, mis en œuvre par

a) les Cardinaux, Patriarches, Évêques et Légats du Pontife romain ;

b) les clercs qui sont ou ont été préposés à la conduite pastorale d’une Église particulière ou d’une entité assimilée, latine ou orientale, y compris d’Ordinariats personnels, pour les faits commis durant leur charge ;

c) les clercs qui sont ou ont été préposés à la conduite pastorale d’une Prélature personnelle, pour les faits commis durant leur charge ;

d) les clercs qui sont ou ont été préposés à la conduite d’une association publique cléricale ayant la faculté d’incardiner, pour les faits commis durant leur charge ;

e) ceux qui sont ou ont été Modérateurs suprêmes d’Instituts de vie consacrée ou de Sociétés de vie apostolique de droit pontifical, ainsi que de Monastères de droit propre, pour les faits commis durant leur charge ;

e) les fidèles laïcs qui sont ou ont été Modérateurs d’associations internationales de fidèles reconnues ou érigées par le Siège Apostolique, pour les faits commis durant leur charge ;

 

Art. 7 – Dicastère compétent

§1. Pour le présent titre, par « Dicastère compétent » on entend le Dicastère pour la Doctrine de la Foi, pour les délits qui lui sont réservés par les normes en vigueur, ainsi que, dans tous les autres cas en fonction de leur compétence respective selon la loi propre de la Curie Romaine :

- Le dicastère pour les Églises Orientales ;

- Le dicastère pour les Évêques ;

- Le dicastère pour l’Évangélisation ;

- Le dicastère pour le Clergé ;

- Le dicastère pour les Instituts de vie consacrée et les Sociétés de vie apostolique ;

- Le dicastère pour les Laïcs, la Famille et la Vie.

§2. Afin d’assurer la meilleure coordination, le Dicastère compétent informe du signalement et de l’issue de l’enquête la Secrétairerie d’État et les autres Dicastères directement concernés.

§3. Les communications, qui concernent le présent titre, entre le Métropolite et le Saint-Siège s’effectuent par l’intermédiaire du Représentant pontifical.

 

Art. 8 – Procédure applicable en cas de signalement concernant un Évêque de l’Église latine et des autres sujets dont il s’agit à l’art. 6

§1. L’Autorité qui reçoit un signalement le transmet soit au dicastère compétent soit au Métropolite de la Province ecclésiastique dans laquelle la personne signalée a son domicile.

§2. Lorsque le signalement porte sur le Métropolite ou lorsque le Siège Métropolitain est vacant, le signalement est transmis au Saint-Siège, ainsi qu’à l’Évêque suffragant le plus ancien en promotion auquel, dans ce cas, s’appliquent les dispositions ci-après relatives au Métropolite.

§3. Dans le cas où le signalement porte sur un Légat pontifical, le signalement est transmis directement à la Secrétairerie d’État.

 

Art. 9 – Procédure applicable à l’égard des Évêques des Églises Orientales et des autres sujets dont il s’agit à l’art. 6

§1. Dans le cas où le signalement porte sur un Évêque d’une Église, ou d’un sujet équiparé, d’une Église Patriarcale, Archiépiscopale Majeure ou Métropolitaine de droit propre, le signalement est transmis au Patriarche, Archevêque Majeur ou Métropolite de l’Église de droit propre respectif.

§2. Lorsque le signalement porte sur un Métropolite d’une Église Patriarcale ou Archiépiscopale Majeure, qui exerce son office dans le territoire de ces Églises, le signalement est transmis au Patriarche ou Archevêque Majeur respectif.

§3. Dans les cas qui précèdent, l’Autorité qui a reçu le signalement le transmet aussi au Dicastère pour les Églises Orientales.

§4. Lorsque la personne signalée est un Évêque ou un Métropolite hors du territoire de l’Église Patriarcale, Archiépiscopale Majeure ou Métropolitaine de droit propre, le signalement est transmis au Dicastère pour les Églises Orientales qui, s’il l’estime opportun, informe le Patriarche, Archevêque Majeur ou Métropolite de droit propre compétent.

§5. Dans le cas où le signalement concerne un Patriarche, un Archevêque Majeur, un Métropolite d’une Église de droit propre ou un Évêque des autres Églises Orientales de droit propre, le signalement est transmis au Dicastère pour les Églises Orientales.

§6. Les dispositions ci-après relatives au Métropolite s’appliquent à l’Autorité ecclésiastique à qui est transmis le signalement selon du présent article.

 

Art. 10 – Procédure applicable à l’égard des Modérateurs Suprêmes des Instituts de vie consacrée ou des Sociétés de vie apostolique

Au cas où le signalement concerne ceux qui sont ou ont été Modérateurs Suprêmes des Instituts de vie consacrée ou des Sociétés de vie apostolique de droit pontifical, ainsi que des monastères de droit propre présents à Rome et dans les diocèses suburbicaires, le signalement est transmis au Dicastère compétent.

 

Art. 11 – Devoirs initiaux du Métropolite

§1. Le Métropolite, qui reçoit le signalement, demande sans délai au Dicastère compétent la charge d’ouvrir une enquête.

§2. Le Dicastère s’emploie rapidement, et quoiqu’il en soit, dans les trente jours à réception du premier signalement de la part du Représentant pontifical ou de la demande de prise en charge de la part du Métropolite, à donner les instructions nécessaires concernant la manière de procéder dans le cas concret.

§3. Lorsque le Métropolite estime que le signalement est manifestement infondé, par le Représentant Pontifical, il en informe le Dicastère compétent et, restant sauves les diverses dispositions de celui-ci, il en ordonne l'archivage.

 

Art. 12 – Transmission de l’enquête à une personne autre que le Métropolite

§.1 Lorsque le Dicastère compétent, après avoir entendu le Représentant Pontifical, estime opportun de confier l’enquête à une personne différente du Métropolite, celui-ci doit en être informé. Le Métropolite remet toutes les informations et les documents importants à la personne chargée par le Dicastère.

§2. Dans le cas visé au paragraphe précédent, les dispositions ci-après relatives au Métropolite s’appliquent à la personne chargée de conduire l’enquête.

 

Art. 13 – Déroulement de l’enquête

§1. Le Métropolite, une fois obtenue la charge de la part du Dicastère compétent, et dans le respect des instructions reçues sur la manière de procéder, personnellement ou par l’intermédiaire d’une ou de plusieurs personnes idoines :

a) recueille les informations pertinentes concernant les faits ;

b) accède aux informations et aux documents nécessaires pour l’enquête conservés dans les archives des bureaux ecclésiastiques ;

c) obtient la collaboration des autres Ordinaires ou Hiérarques, lorsque cela est nécessaire ;

d) demande des informations, s’il l’estime opportun et dans le respect de ce qui est établi ci-dessous au § 7, aux personnes et aux institutions, également civiles, qui sont en mesure de fournir des éléments utiles pour l’enquête.

§2. Lorsqu’il s’avère nécessaire d’entendre un mineur ou un adulte vulnérable, le Métropolite adopte les modalités adéquates, qui tiennent compte de leur situation et des lois de l’État.

§3. Dans le cas où il existe des motifs fondés d’estimer que des informations ou des documents concernant l’enquête peuvent être soustraits ou détruits, le Métropolite prend les mesures nécessaires pour leur conservation.

§4. Même quand il fait appel à d’autres personnes, le Métropolite reste, quoiqu’il en soit, responsable de la direction et du déroulement des enquêtes, ainsi que de la diligente exécution des instructions visées à l’article 11 § 2.

§5. Le Métropolite est assisté d’un notaire choisi librement selon les canons 483 § 2 CIC et 253 § 2 CCEO.

§6. Le Métropolite est tenu d’agir avec impartialité et sans conflits d’intérêts. Lorsqu’il estime se trouver en conflit d’intérêt ou ne pas être en mesure de maintenir la nécessaire impartialité pour garantir l’intégrité de l’enquête, il a l’obligation de s’abstenir et de signaler la circonstance au Dicastère compétent.

§7. À la personne qui fait l’objet d’une enquête est toujours reconnue la présomption d’innocence et la légitime protection de la bonne réputation.

§8. Le Métropolite, lorsque le Dicastère compétent le requiert, informe la personne de l’enquête qui le met en cause, l’entend sur les faits et l’invite à présenter un mémoire de défense. Dans ce cas, la personne qui fait l’objet de l’enquête peut se constituer un procureur.

§9. Périodiquement, selon les indications reçues, le Métropolite transmet au Dicastère compétent une informative sur l’état de l’enquête.

 

Art. 14 – Implication de personnes qualifiées

§1. En conformité avec les éventuelles directives de la Conférence Épiscopale, du Synode des Évêques ou du Conseil des Hiérarques sur la façon d’aider le Métropolite dans les enquêtes, il convient particulièrement que les Évêques de la Province respective, individuellement ou ensemble, établissent des listes de personnes qualifiées parmi lesquelles le Métropolite peut choisir les plus idoines pour l’assister dans l’enquête, selon les nécessités du cas et , en particulier, en tenant compte de la coopération qui peut être offerte par les laïcs aux termes des canons 228 CIC et 408 CCEO.

§2. Le Métropolite est, quoiqu’il en soit, libre de choisir d’autres personnes également qualifiées.

§3. Toute personne qui assiste le Métropolite dans l’enquête est tenue d’agir avec impartialité et sans conflits d’intérêts. Au cas où elle estime se trouver en conflit d’intérêts ou ne pas être en mesure de maintenir la nécessaire impartialité pour garantir l’intégrité de l’enquête, elle est obligée de s’abstenir et de signaler la circonstance au Métropolite.

§4. Les personnes qui assistent le Métropolite prêtent serment d’accomplir convenablement et fidèlement la charge, dans le respect de ce qui est prévu par l’art. 13 § 7.

 

Art. 15 – Durée de l’enquête

§1. Les enquêtes doivent être conclues dans un délai bref et de toute façon dans celui indiqué dans les instructions visées à l’article 11 § 2.

§2. En présence de justes motifs et après avoir transmis l’information sur l’état de l’enquête, le Métropolite peut demander une prorogation de l’échéance au Dicastère compétent.

 

Art. 16 – Mesures conservatoires

Lorsque les faits ou les circonstances le requièrent, le Métropolite propose au Dicastère compétent de prendre des dispositions ou des mesures de précaution appropriées à l’encontre de la personne qui fait l’objet de l’enquête. Le Dicastère adopte les dispositions, après avoir entendu le Représentant pontifical.

 

Art. 17 – Établissement d’un fonds

§1. Les Provinces ecclésiastiques, les Conférences épiscopales, les Synodes des Évêques et les Conseils des Hiérarques peuvent établir un fonds destiné à soutenir les coûts des enquêtes, institué selon les canons 116 et 1303 § 1, 1° CIC et 1047 CCEO, et administré selon les normes du droit canonique.

§2. Sur demande du Métropolite en charge, les fonds nécessaires pour l’enquête sont mis à sa disposition par l’administrateur du fonds, étant sauf le devoir de présenter à ce dernier un compte rendu au terme de l’enquête.

 

Art. 18 – Transmission des actes et du votum

§1. Une fois l’enquête achevée, le Métropolite transmet l’original des actes au Dicastère compétent avec son propre votum sur les résultats de l’enquête et répondant aux éventuelles questions posées dans les instructions dont il est question à l’article 11 § 2.

§2. Sauf instructions ultérieures du Dicastère compétent, les facultés du Métropolite cessent une fois l’enquête achevée.

§3. Dans le respect des instructions du Dicastère compétent, le Métropolite, sur demande, informe sur l’issue de l’enquête la personne qui affirme avoir été offensée et, si c’est le ce cas, la personne qui a fait le signalement ou leurs représentants légaux.

 

Art. 19 – Dispositions ultérieures

Le Dicastère compétent, à moins qu’il ne décide d’ordonner d’une enquête complémentaire, procède selon la norme du droit prévue pour le cas spécifique.

 

Art. 20 – Observance des lois de l’État

Les présentes normes s’appliquent sans préjudice des droits et obligations établis en chaque lieu par les lois étatiques, particulièrement celles qui concernent les éventuelles obligations de signalement aux autorités civiles compétentes.

 

 

Je décide que la présente Lettre Apostolique en forme de Motu Proprio sera promulguée par publication dans l’Osservatore Romano, entrant en vigueur le 30 avril 2023, et sera ensuite publiée dans les Acta Apostolicae Sedis. Avec son entrée en vigueur est abrogée la précédente Lettre Apostolique en forme de Motu Proprio promulguée le 7 mai 2019.

Donné à Rome, près de Saint-Pierre, le 25 mars 2023, Solennité de l’Annonciation du Seigneur, en la septième année du Pontificat.

FRANÇOIS

 

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